Il mio metodo di intervento si fonda sul concetto di unità pensiero-parola-azione, che poi è l'unità spirito-mente-corpo, per cui della persona osservo ed ascolto tutta la sua linea di vita compresi i meccanismi compensativi utilizzati dalla persona per vivere e sopravvivere in situazioni estremamente difficili per l'esercizio della propria competenza individuale. Le tecniche utilizzate sono perciò incentrate sulla promozione della relazione reciproca, sull'ascolto profondo, sull' ascolto emotivo ai fini di un fruttuoso patto terapeutico.
La curiosità per l'essere umano e la passione per il mio lavoro mi portano continuamente ad aggiornarmi e ad integrare le mie conoscenze psicologiche con le conoscenze di altri ambiti. Questo mi permette di avere una visione più estesa ed aggiornata della persona e mi aiuta a capire quale possa essere il metodo migliore da applicare a seconda dei casi che si presentano.
Ho deciso di avere uno studio bello, confortevole e moderno nel cuore della città, via Indipendenza, perché chi viene per un sostegno sappia che è re della sua persona e così sarà trattato a partire dalla forma e dal setting. La persona è il cuore del Mondo, il suo pensiero riabilitato può generare una nuova civiltà più serena e collaborativa.
Il libro propone una nuova interpretazione delle relazioni nel luogo di lavoro, a partire dalle competenze individuali e dalla comprensione dei legami nella famiglia, prima organizzazione sociale con cui veniamo in contatto. Così annota Gianluca Pascucci che nella Prefazione scrive: «Questa è la storia di un cambiamento, di una rinascita, ma è anche la mia storia: di come ho imparato a condividere le difficoltà sul lavoro con le persone, di come ho imparato a trasformare le mie convinzioni in nuove occasioni ed in visioni più aperte, di come ho imparato a rispettare le parole ma anche i silenzi ed i momenti bui dei miei dipendenti, è la storia di me che ho imparato la forza e la possibilità che è sempre possibile cambiare, quando vogliamo riconoscere ed accogliere con convinzione le capacità latenti di ogni persona, affinché possano liberamente manifestarsi. I dipendenti ascoltati e valorizzati come persone autonome e competenti potranno dare il meglio di sé nel lavoro, così come nella vita tutta, come in una famiglia dove la parola cura è il pilastro della casa. Spesso si dice di trattare l'altro come uno della famiglia, ma tra il dire ed il fare c'è di mezzo il farlo. Io ho potuto sperimentarlo e da tutti ho potuto guadagnarci il buono dell'eredità che loro hanno imparato dalle loro famiglie e messo in pratica nel lavoro. Ognuno, valorizzato ed accolto nella sua storia intera e nelle sue strategie compensative messe in atto per vivere, può produrre frutti buoni per sé e per l'altro».
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