IL RUOLO
DELLO PSICOTERAPEUTA
Nel corso della vita di ciascuno può capitare di imbattersi in situazioni critiche al termine delle quali ci si sente in crisi oppure di fare investimenti affettivi e lavorativi sbagliati perché sopravvalutati rispetto ai dati di realta' tangibili. Il che poi ti fa ritrovare con poche briciole di soddisfazione in mano, con minor energia rispetto a come eri partito e pochissima voglia di iniziativa personale, fino a non rischiare più come prima, soprattutto dopo le prime onde d'urto che ti appesantiscono. Quella bambina che sei stata per imparare a camminare, cadeva mille volte al giorno, fino a contenere la caduta e le ferite, fino a sentirsi sicura e sorpresa a fare il primo passo. Quella bambina che eri rischia di lasciare il posto ad un adulto che non rischia più e non si fida più di nessuno, isolandosi. Allora tutto accadeva in modo graduale. Tutto lo paragonavi con il tuo cuore, con le tue esigenze di buono, di vero e di utile. Proprio come dice Socrate nel suo triplice vaglio critico. Eri corretta nelle valutazioni: non sottovalutavi e non sopravalutavi nulla. Nel tempo però questo rischiare di continuo per arrivare a camminare bene fino a correre, fino a gareggiare nel sociale, in strada ed a scuola, si e' perso nelle considerazioni, nei ragionamenti che hanno finito per prevalere sui dati di realtà e generare sempre più un blocco nella azione personale a causa delle aspettative e dei pensieri motorizzati rivolti al futuro: un giorno farò , un giorno avrò.... perdendo di vista quel che c'è ora, il presente. Tutto il tempo presente perciò scorre via come acqua sui sassi accumulando di giorno in giorno l'amarezza per il tempo perso. Partire dalle aspettative piuttosto che dal valorizzare quel che c'è ora, lamentando quel che ti aspetti dovrebbe esserci, ti genera fissazione, frustrazione, procrastinazione e rimuginio. In questo tempo carico di stimoli generati dall' uso eccessivo dei cellulari, dei social, della televisione, possiamo constatare, come affermano le neuroscienze, il grave indebolimento delle aree frontali e prefrontali del cervello a favore di aree visive ed istintuali. "Lesioni a carico di questa area portano al manifestarsi di sindromi disesecutive, ovvero deficit a carico delle funzioni esecutive, quali perdita di iniziativa, apatia, lentezza nell’iniziare azioni, comportamenti di perseverazione, risposte emozionali ridotte oppure disinibizione, euforia, impulsività e deficit a livello cognitivo, come disturbi a carico della memoria di lavoro, deficit di pianificazione, incapacità di usare strategie e perdita dell’attenzione".
Nei fatti odierni constatiamo un indebolimento drastico della capacità di riflessione personale, interna tra se' e se', nelle relazioni amorose, familiari, sociali e lavorative fino a leggere sui giornali che quella che era la persona più cara nella vita e nel lavoro e' stata attaccata come una sagoma fastidiosa ed insopportabile. A volte anche noi diventiamo sagoma a noi stessi e cominciamo a costruire ponti neuronali nella stessa direzione. Come se le nostre considerazioni fossero l'ultimo giudizio definitivo sulla vita.
L'incontro con uno Psicoterapeuta può essere l'inizio di un percorso di lavoro personale per scoprire la meraviglia che sei, per passare dai ragionamenti alla osservazione della realtà , un lavoro di ricapitolazione fino a trovare il bandolo della matassa, l'origine della Teoria che ti blocca l'iniziativa.
Il lavoro di trasformazione che accade in psicoterapia e' una scoperta preziosa per ciascun paziente perché , partendo dalla linea della vita che gli ha formato il carattere, tiene conto di cosa possa aiutare il suo pensiero di natura ad uscire dalla gabbia dei ragionamenti per riprendere a vedere e correre gustandosi la vita.
Imparare a conoscere cosa il tuo inconscio ti comunica ogni giorno attraverso i sogni, i lapsus, il corpo, le emozioni, le parole chiave ed i gesti chiave per liberare il tuo pensiero di natura dall'invasor della Teoria di Bene Presupposto, ti permette di tornare ad avviare nuove iniziative personali verso la strada maestra del ritorno al moto di piacere a meta soddisfazione per gustare il presente come quando si era bambini (verso la gioia, la pace, la serenità, la spensieratezza) senza più cadere nell' ingenuità colposa che ti ha fatto entrare nella trappola fissativa del non posso, dell'impossibile iniziativa personale perché tanto "so già che andrà a finire male, come le altre volte; so già come stanno le cose; so già come sono fatta; so già cosa pensa l'altro....". C'è una lotta energica da fare per preferirei il positus, quell' che c'è , rispetto a quello che ci dovrebbe essere. Ritornare a riprendere in mano il proprio pensiero di natura ti rimette al tuo posto, ti fa tornare la voglia di scoprire la vita e di fidarti dell'altra persona e di fare venire voglia all'altro di rispettare il tuo posto. Inoltre ti permette di poter essere libera di autorizzarti al confronto personale con la vita ed i suoi accadimenti ritornando ad avere la speranza di una vitalità più consapevole. Quella vitalità tipica del tuo pensiero di natura, che comprende, anima e cura tutte le tue possibili emozioni; tu puoi tornare a sentire e vedere in azione il tuo pensiero di natura in modo finalmente innocente, senza nuocere più a nessuno, neppure a te stessa.
Non si tratta quindi di eliminare la Teoria che ti ha bloccato per anni, ma di riconoscerla e di porre una nuova legge che prende un'altra strada , che parla la lingua delle tue viscere, cioè che parte dal moto del tuo (e nostro) pensiero di natura, ancora tutto da scoprire. Attivare un atteggiamento esplorativo ti permette di approdare alla legge che parte dalla iniziativa personale, che possiamo denominare di Azione-Riconoscimento tipica del bambino. Un
esempio :" Tu sei stata la fonte della mia soddisfazione, te lo riconosco e mi invogli a fare altrettanto. Tu mi hai invogliato ad uscire con il tuo gruppo, te lo riconosco ed anche io ho voglia di farti conoscere gradualmente i miei amici. Tu non sei venuto all'appuntamento e ne terrò conto la prossima volta. Tu te ne sei andata, e ti lascio andare....etc". E' la legge del bambino che riconosce, nella mamma che lo allatta, la fonte, la spinta, il mezzo e la meta di soddisfazione personale, senza più fare svenire il proprio pensiero a causa di un sovrainvestimento esautorante, perché autorevole. La legge azione/riconoscimento si può sintetizzare in questa frase: Il Bene non esiste; esiste co-costruirlo insieme all'altra persona attraverso un invogliars
i a vicenda per produrre una soddisfazione reciproca reale. E' così che l'incontro con lo Psicoterapeuta può co-generare la trasformazione desiderata e sperata per la propria vita, la diminuzione dello spazio tra se' e se'. Buon Lavoro!